Giuseppe Parini

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GabrieleRugani
view post Posted on 1/2/2014, 22:02




Giuseppe Parini

Vita
Giuseppe Parini nacque a Bosisio in Brianza nel 1729. Figlio di un modesto commerciante di seta, a 10 anni si trasferì a Milano dalla prozia che morì poco dopo, nel 1740, nominandolo erede di una modesta pensione annua, a condizione che diventasse sacerdote. Lo stesso anno Parini, sostenne l’esame di ammissione alle scuole Arcibolde che frequentò per 12 anni. Nel 1752, una volta completati gli studi, pubblicò una raccolta di liriche di stampo arcadico dal titolo “Alcune Poesie di Ripano Eupilino” (pseudonimo letterario ricavato dall’anagramma del cognome con l’aggiunta dell’aggettivo latineggiante Eupilino, dall’antico nome del lago di Pusiano presso il quale il poeta era nato);
questa opera gli permise di diventare membro dell’Accademia dei Trasformati.
Nel 1754, divenuto sacerdote, venne assunto come precettore in casa del Duca Serbelloni (esperienza che gli permise di entrare a contatto con la vita nobiliare). Rimase al loro servizio fino al 62. Nel 1763 era stato assunto come precettore di Carlo Imbonati, figlio di Giuseppe Imbonati, e pubblica alcune opere di impegno civile e le prime due parti del “Giorno”. Nel 1768 redige la “Gazzetta di Milano” e viene nominato professore di eloquenza e belle arti alle scuole palatine. La morte dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, nel 1780, allontana Parini dalla militanza attiva. In questo periodo compone le “Odi galanti” e le ultime due parti del giorno: “Il vespro” e “La notte” che però rimangono incompiute. Muore nell’agosto del 1799.

Parini e l’illuminismo
Non c’è alcuna contraddizione tra l’orientamento culturale illuminista ed il fatto che fosse un ecclesiastico. Parini fu infatti obbligato a prendere i voti; inoltre, era abitudine assai diffusa tra gli intellettuali dell’epoca quella di diventare sacerdoti, per proseguire liberamente i propri studi. Parini ricoprì vari incarichi pubblici e nelle sue opere sostenne un indirizzo riformistico (in sintonia con quello del dispotismo illuminato di Maria Teresa d’Austria), può essere quindi considerato un intellettuale integrato rispetto al particolare clima politico-culturale dell’illuminismo lombardo. Parini, infatti, conciliò i principi dell’illuminismo con il suo naturale umanesimo. Per questo, è sempre all’interno di una visione tutto sommato moderata che porta avanti la propria battaglia contro le ingiustizie sociali. Da ciò deriva l’ambivalenza del suo rapporto con i philosophes francesi, che alla fine si tradurrà in un vero e proprio allontanamento. Parini fonda i suoi ideali solidaristici, egualitari e pacifisti e la sua lotta contro le ingiustizie non solo nella ragione, ma anche nei valori evangelici della religione cristiana; Rifiuta la rivoluzione ed il Terrore ed è a favore di una politica di riforme; non intende destituire del tutto la nobiltà, ma critica l’aristocrazia del ‘700 che ha tradito le sue origini. Diverso da quello dei philosophes è invece il rapporto con gli illuministi lombardi, con i quali ha in comune il moderatismo ed il particolare contesto politico e socioculturale di riferimento. A separarli è, invece, la concezione della letteratura (Parini conserva un’idea classica dell’arte mentre agli illuministi l’arte interessa solo in quanto veicolo d’idee e strumento di educazione); inoltre Parini non condivide l’entusiasmo degli illuministi lombardi per il commercio e per l’industria, ai quali contrappone i valori legati al mondo agricolo.

Dagli esordi alle Odi
L’esordio poetico di Parini avviene sul solco dell’Arcadia (le sue prime liriche sono di stampo classicheggiante). Dopo il 1756 compone le “Odi”, le quali si possono suddividere in due gruppi:
- Le Odi d’impegno civile in cui affronta temi di attualità (con ideali di stampo illuminista). Sono 7 componimenti brevi riconducibili alla prima parte della sua vita (dal 1756 al 1769).
- Le Odi classicheggianti e galanti. (anni ‘80-‘90 dei ‘700)

Il Giorno
Contemporaneamente alla composizione delle Odi civili, Parini scrisse le prime due parti de “Il Giorno”, ossia: “Il Mattino” e “Il Mezzogiorno” (la terza parte, “La Sera”, non venne mai pubblicata). Il componimento si presenta come un poemetto didascalico in cui un precettore dà consigli al suo pupillo (il “giovin signore”) per vivere bene in società. In realtà si tratta di un’opera satirica in cui il poeta prende in esame la giornata tipo di un nobile.
- Il Mattino ¨ Il risveglio a giorno inoltrato del giovin signore; la colazione; digressione della favola di Amore e Imene (cicisbeismo); toilette e vestizione.
- Il Mezzogiorno ¨ Il giovin signore si reca a pranzo in società con la sua dama; descrizione del pranzo e dei commensali; digressione della favola del Piacere; pomeriggio ozioso tra i giochi.

• Antifrasi ¨ Per cui si dice una cosa ma in realtà si lascia intendere il suo contrario (esaltazione in termini iperbolici come il semplice gesto di bere il caffè o di sbadigliare).
• Confronto con gli antenati (rivendicazione della nobiltà antica) e con le abitudini del popolo.
• Favole mitologiche ¨ Funzione specifica di spiegare l’origine di alcune consuetudini e ingiustizie che separano gli aristocratici dal popolo:
- Amore e Imene (cicisbeismo). Ne “Il Mattino”.
- Favola sull’invenzione della cipria. Ne “Il Mattino”.
- Piacere (disuguaglianze sociali). Ne “Il Mezzogiorno”.

• Il giorno in 4 parti ¨ Nel 1769 “Il Giorno” era ancora in via di composizione, “La Sera” fu divisa in “Il Vespro” e “La Notte”, le quali vennero pubblicate dal suo allievo, Francesco Reina, in quanto Parini morì prima di completare la sua opera.
- Il Vespro ¨ Preparativi del giovin signore e della sua dama per l’uscita serale; visita ad un’amica; visita ad una nobile famiglia in cui è da poco nato un erede.
- La Notte ¨ Il giovin signore e la dama partecipano ad un ricevimento notturno; rassegna dei vari invitati; descrizione dei giochi degli ospiti.
Nella nuova poetica cambia la figura del narratore, adesso maggiormente distaccato e imparziale, la descrizione del mondo aristocratico è più inquieta e malinconica, e domina un senso generale di decadenza e disfacimento.

Sara Baldini
 
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